Terapia familiare: Un Nuovo Paradigma nella Cura dei Disturbi Mentali
La diagnosi è da sempre stata considerata una premessa indispensabile per la cura dei disturbi mentali. Tradizionalmente, il suo scopo è quello di fornire una descrizione della situazione in atto, rintracciare una causa del disturbo e utilizzarla come punto di partenza per la cura, che viene considerata una fase successiva all’atto diagnostico. La diagnosi tradizionale è strettamente legata alla formulazione di un profilo psicologico che riguarda il funzionamento mentale dell’individuo, alla prognosi e a un’eventuale indicazione terapeutica specifica. Questa visione si basa su una costellazione di sintomi che vengono incasellati in un quadro sindromico predefinito, spesso indicando anche le cause della patologia stessa.
L’Evoluzione della Terapia Familiare
Negli ultimi decenni, la terapia familiare ha messo in discussione questa visione classica, rifiutando di focalizzarsi direttamente sulla patologia per intervenire su di essa. Invece, si concentra sulle risorse dell’individuo all’interno del sistema familiare. Nella metà del secolo scorso, la visione tradizionale della cura dei disturbi mentali è stata progressivamente ampliata, includendo non solo il comportamento dell’individuo, ma anche la diade madre-figlio e la famiglia. Quest’ultima è divenuta il principale elemento di studio.
La Nuova Concezione dei Problemi Mentali
La considerazione dei problemi mentali è cambiata, passando da un disagio interno al singolo individuo a una funzione all’interno del sistema familiare. Il malato viene definito “paziente designato” o “capro espiatorio”, indicando che la malattia non è una prerogativa esclusiva di chi la manifesta palesemente, ma è solo colui che si fa portavoce del disagio familiare. Il sintomo diviene quindi un messaggio sul funzionamento familiare, un segnale di malessere all’interno di un processo evolutivo bloccato e utile al mantenimento dell’omeostasi del sistema, seppur disfunzionale.
Normalità e Patologia nella Visione Sistemica
In questo nuovo paradigma, i concetti di normalità e patologia si capovolgono. La malattia acquista una funzione all’interno della famiglia, assumendo un valore completamente differente da quello legato alla diagnosi classica. Diventa una peculiare modalità comunicazionale, inseparabile dalle modalità comunicative tipiche del gruppo naturale in cui il sintomo si sviluppa. Il terapeuta familiare non ricerca la conoscenza oggettiva del meccanismo patologico, poiché tale operazione contribuisce alla sua stessa creazione, fotografando una situazione che in realtà è in continuo divenire.
La Diagnosi nell’Ottica Sistemica
Nell’ottica sistemica, la diagnosi diventa un’informazione sulle mappe che il terapeuta utilizza. Non si tratta più di rintracciare le cause del disturbo e individuare i sintomi per racchiuderli in una sindrome, ma di evidenziare quali effetti un determinato comportamento elicita nel sistema familiare. L’individuo sofferente non viene più isolato con la sua malattia per analizzarne il comportamento, ma viene posto in relazione agli “altri” significativi. Questo avvia un processo di decostruzione del sintomo e dei suoi significati, delle storie, dei tentativi di soluzione dei problemi e delle relazioni.
Il Ruolo del Terapeuta Familiare
Il terapeuta familiare non è più il depositario del sapere, ma colui che deve “perturbare” il sistema, mescolando le carte in gioco. Le descrizioni non appartengono più al paziente, ma nascono nell’incontro tra paziente e terapeuta, riflessivamente collegato alle mappe del terapeuta. La diagnosi ci dice molto del terapeuta e delle categorie che egli utilizza. Il clinico non osserva più solo il paziente, ma impara a osservare se stesso nella relazione con il paziente.
L’Unità Diagnostica nella Terapia Sistemica
Per il terapeuta della famiglia, l’unità diagnostica non è l’individuo né la famiglia. Egli è consapevole che il comportamento della famiglia è influenzato dal modo in cui egli interagisce con essa. La diagnosi sistemica non risponde a criteri di oggettività e verità, ma di utilità per il sistema in cui viene utilizzata. Il problema non è più riconoscere una categoria nosografica, ma descrivere e classificare i modelli abituali di comportamento e risposta che vengono scambiati tra le persone. La causa delle azioni di una persona viene spostata dalle sue caratteristiche personali al contesto in cui vive.
Fare una Distinzione Diagnostica
Fare una “distinzione diagnostica” implica la preesistenza di precise premesse per cui, individuata una tipologia, si cerca con l’ausilio del colloquio quelle informazioni sulle relazioni familiari e il contesto di apprendimento attinenti alla diagnosi fatta, che possono guidare nella creazione delle ipotesi terapeutiche. La domanda a cui rispondere è se esista un sistema di comportamenti interattivi che richieda o provochi in uno dei membri del sistema un comportamento classificabile come patologico.
Dalla Visione Statica alla Visione Evolutiva
Si passa quindi da una visione statica del sintomo a una visione evolutiva, in cui si intersecano aspetti psicologici, biologici e sociali. L’attenzione ai sintomi e al significato relazionale che possono avere è uno dei possibili vertici di osservazione in terapia. Una determinata sintomatologia può comparire casualmente all’interno di un sistema familiare e assumere un valore interattivo, attivandosi ogni volta che si verifica la situazione che lo ha elicitato.
L’Uso del Modello Interattivo
Il sistema impara a usare l’intero modello interattivo di cui il sintomo fa parte per affrontare le crisi interne. L’interrogativo sul perché di quel sintomo lascia spazio alla spiegazione di come i comportamenti dei membri del sistema contribuiscano al mantenimento del comportamento del membro sintomatico. Individuati i meccanismi interpersonali di mantenimento del sintomo, la terapia ha l’obiettivo di perturbare il sistema, spezzando i meccanismi di rinforzo e impedendo alla famiglia di servirsi del sintomo. Si utilizzano strategie più utili e funzionali per affrontare le crisi.
L’Importanza della Diagnosi
La diagnosi non viene trascurata, ma diventa una delle tante mappe che un terapeuta può utilizzare per formulare un’ipotesi di funzionamento del sistema familiare e un progetto terapeutico. Tuttavia, è importante evitare l’illusione di oggettività che un sistema diagnostico può offrire, rischiando di creare definizioni rigide senza tenere conto della persona davanti a noi.
Le Scelte Diagnostiche
Le scelte diagnostiche dipendono da vari fattori, come la fase del processo in cui ci si trova, il contesto di lavoro, le idee sulla situazione, il sistema che si ha davanti, le premesse e le storie personali, e i presupposti teorici che guidano. Le ipotesi patogenetiche del modello sistemico partono da specifiche teorie sul funzionamento del sistema familiare e si iscrivono in un processo evolutivo che considera diversi aspetti, tra cui:
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- Il ciclo di vita familiare
- I processi di individuazione dei membri
< li>Il grado di adattabilità del sistema ai cambiamenti
- Le modalità di comunicazione e relazione
La Funzione del Comportamento Sintomatico
L’intervento si concentra sulla funzione del comportamento sintomatico all’interno del sistema familiare e sugli schemi interattivi che lo mantengono. Lo scopo della diagnosi è perturbare il sistema, interrompere i meccanismi di rinforzo e favorire nuove modalità di interazione più funzionali.
Il Potere della Diagnosi e della Terapia Sistemica
La diagnosi e la terapia sistemica ci offrono una prospettiva rivoluzionaria, vedendo i sintomi non solo come segnali di un malessere individuale, ma come riflessi delle dinamiche familiari. La diagnosi diventa un processo interattivo che mira a perturbare il sistema e promuovere il cambiamento e il benessere complessivo.
Conclusioni
L’evoluzione della diagnosi e della terapia sistemica rappresenta un cambiamento significativo nella comprensione e nel trattamento dei disturbi mentali. Enfatizzando l’importanza delle relazioni e del contesto sociale, questo approccio non solo arricchisce la nostra comprensione dei problemi psicologici, ma offre anche strategie terapeutiche più efficaci e mirate al benessere dell’intero sistema familiare.
Dott.ssa Angela Marchetti Psicologa Psicoterapeuta Terapeuta EMDR